Una storia centenaria

C’era una volta e c’è ancora. 


C’era 100 anni fa e dopo 36.500 giorni c’è ancora, forse diversa nella forma, certo cambiata nell’evolversi, ma sempre uguale nel sentimento, sempre uguale nell’impegno, sempre uguale in fondo. La nostra pasticceria è come un tratto somatico, che si trasmette da padre in figlio e diventa il marchio di una famiglia, il gene che permette nel volto di uno di riconoscere la storia di molti. E’ così: è così dal momento in cui nel 1920 su un’asse di legno venne inciso “Dolceria E Liquori, f.lli Palazzolo”, l’inizio di un’azienda, che è famiglia, la nostra.



Una storia piccola e grande, una storia di paese e una storia italiana, una storia semplice, fatta di impasti, cosi duci e animi buoni, e una storia difficile, in cui la resistenza è stata forgiata dal duro lavoro, dalle sveglie all’alba e da notti insonni, da cambiamenti importanti che non si ha avuto timore di fare, da sacrifici, feste mai godute e case comunicanti con i retrobottega.


Era il 1920 quando Don Santi e Donna Pietrina aprirono la prima dolceria di Cinisi in tempi in cui non c’era elettricità, le strade erano sterrate e le mogli stavano per lo più in casa. Don Santi reduce dalla Prima Guerra Mondiale voleva portare “più gusto alla vita”: aveva l’arte nelle mani e tutti conoscevano i suoi taralli, mustazzoli, marie stuarde, reginelle, biscotti, i “pezzetti” di gelato e la frutta martorana, che era la sua passione.


Il figlio Vito lo guardava mentre curvo, fino a tarda età, confezionava i suoi dolci e capì che non c’era altro posto per lui se non al fianco del padre con l’affezionata sorella Maria. E fu Vito che di quest’arte ne fece un’azienda moderna, al passo con i tempi: girava con la sua giardinetta per acquistare le migliori materie prime, per vendere e per conoscere i segreti di un mercato in evoluzione. Vito non era un pasticcere, era un commerciante: suo figlio Santi è riuscito a fare sintesi tra gli insegnamenti del padre e il talento del nonno. Oggi Santi, vicepresidente AMPI e pasticcere dell’anno 2018-2019, non si ferma mai e spesso non dorme. 


Ama ciò che fa profondamente e per fortuna ha al suo fianco la moglie Nunzia, i figli Caterina, Vincenzo, Laura, Vito e Giacomo, la sorella Piera, la nipote Cristina e una squadra di collaboratori fortissima.


Questa è la storia di figli che guardano i padri e lasciano tutto per aiutarli, questa è la storia di collaboratori che diventano parte della famiglia, questa è la storia di dolci belli e buoni che ad ogni morso raccontano un po’ di chi li ha prodotti, per cento anni.

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